FORNIRE UNA BASE SICURA NON E' UNA PERDITA DI TEMPO.
Un neonato quando viene dato alla luce passa da un mondo caldo a lui conosciuto, a sua misura ad un mondo ignoto, spaziosissimo.
Nella vita uterina tutti i suoi bisogni erano soddisfatti nell'immediato. Il corpo della mamma era a sua completa disposizione per nutrimento, coccole, passeggiate, e qualsiasi altra necessità fisiologica.
Nella vita extra-uterina si trova a dover chiedere in continuazione, prima il corpo di mamma rispondeva passivamente ora il bambino deve mandare messaggi attivanti. Il neonato deve mandare un messaggio forte e chiaro praticamente per tutto… per avere da mangiare, per dormire, per essere cambiato, per avere una coccola. Il messaggio è veicolato da gesti e dal pianto che il genitore imparerà a riconoscere e con il tempo anche ad anticipare.
Davvero pensiamo che il pianto sia necessario ad “educare” il bambino? Perché lasciar piangere anziché anticipare, e se proprio non si arriva in tempo, perché ignorare deliberatamente questa richiesta di aiuto?
Perché un bambino accolto e accudito è un bambino spesso definito “viziato”, e perché i genitori accudenti sono una mamma o un papà chioccia?
Come possiamo davvero credere che un neonato possa cavarsela da solo? “Nessun genitore può fornire una base sicura al figlio che sta crescendo a meno che non abbia comprensione e rispetto per il comportamento di attaccamento del proprio bambino e tratti questo comportamento come una parte della natura umana intrinsecamente degna di valore”. Il neonato esige la nostra presenza, il genitore più accudente è e sarà la sua figura di riferimento e attaccamento fintanto che non si sentirà abbastanza pronto per il mondo. Il babywearing cosa c'entra con la teoria dell'attaccamento di Bowlby? Assodato che il bambino ha delle necessità e che poter dare al bambino una base sicura bisogna rispondere a queste necessità c’è una componente da non sottovalutare...il tempo! Purtroppo si sta sempre più attenti alla quantità di tempo impiegata a fare qualcosa e non alla sua qualità. Una neo-mamma non cambia vita una volta che partorisce infatti continua ad essere donna, moglie, magari lavoratrice, mamma già di un altro bambino e il tempo da dedicare al nuovo arrivato non sarà un tempo privilegiato ed esclusivo. Il babywearing consente di poter tenere vicino a sé il neonato, rispondendo ai suoi bisogni di contatto e contenimento e riuscire contemporaneamente a barcamenarsi in tutto il mare di altre cose che si ha da fare.
Il babywearing è ciò che più si avvicina a quello che è l'equilibrio tra il prima e il dopo la nascita sia per la mamma che per il neonato.
Fintanto che il tempo trascorso a riprendersi dal parto non verrà valorizzato, il tempo trascorso nel lettone a conoscere il nuovo arrivato e a riposarsi sarà visto come tempo perso, fintanto che i papà avranno solo 7 giorni di congedo dal lavoro allora il babywearing sarà uno dei mezzi più efficaci per ottenere una quotidianità serena.